11/01/2016 – Fra le difficoltà che si presentano ad un’azienda che voglia darsi una svolta “responsabile” c’è sicuramente quella della scelta dello standard di riferimento. Diversamente da quanto accade per la qualità, la gestione ambientale e la sicurezza, non esiste infatti uno standard tecnico certificabile che abbia le garanzie di terzietà come le norme ISO, ed anche la norma ISO 26000 di recente emanazione si configura come uno strumento per diffondere cultura della CSR più che per gestirla.
Ma oggi sempre più le imprese sono nella necessità di dare evidenza alle parti interessate (e ce ne sono di molto “interessate”: clienti, consumatori finali, ong e varie organizzazioni che si occupano di ambiente, diritti umani, equa globalizzazione, ecc.) delle scelte dell’azienda e di rassicurare i suoi interlocutori relativamente al rispetto della normativa nazionale e internazionale.
La soluzione che propone ISEVEN Servizi è un sistema integrato in grado di gestire in modo proattivo tutti i rischi/opportunità derivanti dall’attività di impresa che, come tali, costituiscono i temi di interesse della Responsabilità Sociale di Impresa: sicurezza del prodotto e salute dei consumatori, rispetto dell’ambiente, sicurezza sul lavoro, diritti umani e progresso sociale, etica degli affari, partecipazione alla vita della comunità. Il modello è flessibile, sostenibile economicamente e graduabile sulla base delle esigenze delle aziende e delle richieste che devono soddisfare.
Circa la scelta dello standard di riferimento poi, bisogna tener conto che ITC, agenzia internazionale che si occupa di sviluppo del commercio nell’ambito del WTO, ha censito oltre 170 standard che, con focus ed estensione differente, si propongono il medesimo obiettivo di diffondere i principi di responsabilità sociale e migliorare le condizioni di vita sul nostro pianeta. La scelta quindi è tutt’altro che facile, ponendosi indubbiamente il problema del moltiplicarsi di schemi di contenuto simile, della loro notorietà, della loro validità e così via. Va detto tuttavia, che tutti gli standard fanno riferimento a principi di valore universale quali, per esempio Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Dichiarazione ILO, la Dichiarazione di Rio e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione ed hanno quindi una sostanziale omogeneità di contenuto pur con tagli differenti.
Quali criteri adottare dunque nella scelta dello standard? Innanzi tutto è molto importante un’analisi preventiva per verificare l’esistenza di particolari norme di prodotto/settore, oppure la conoscenza di quale standard è abbracciato dai clienti o da altre parti interessate particolarmente influenti; in ogni caso è bene riferirsi a uno o più standard fra quelli maggiormente noti al mercato e all’opinione pubblica di riferimento. Inoltre più standard possono essere usati per diverse aree di controllo: lavoro e diritti umani, ambiente, controllo della filiera, ecc.
Per facilitare la scelta forniamo di seguito l’indicazione di alcuni fra gli standard più noti a livello internazionale, con particolare riferimento al settore alimentare.
Il Global Compact delle Nazioni Unite è l’iniziativa strategica di cittadinanza d’impresa più ampia al mondo. Nasce dalla volontà di promuovere un’economia globale sostenibile: rispettosa dei diritti umani e del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente e della lotta alla corruzione. Enuncia 10 principi relativi a 4 aree tematiche: diritti umani, lavoro, ambiente, lotta alla corruzione.
E’ quindi uno standard che copre tutte le principali tematiche della responsabilità sociale, che incoraggia le imprese di tutto il mondo a creare un quadro economico, sociale ed ambientale atto a promuovere un’economia mondiale sana e sostenibile che garantisca a tutti l’opportunità di condividerne i benefici.
The Ethical Trading Initiative (ETI) è una rete internazionale di imprese, organizzazioni sindacali e ONG che promuove il rispetto dei diritti dei lavoratori su scala mondiale. L’obiettivo è quello di impegnarsi per un mondo in cui tutti i lavoratori siano liberi da sfruttamento e discriminazione, e godano di condizioni di libertà, sicurezza ed equità. Lo standard si articola in 9 paragrafi molto particolareggiati, che illustrano 9 diritti fondamentali dei lavoratori: libertà di scelta del proprio lavoro, libertà e diritti sindacali, ambiente e condizioni di lavoro, divieto del lavoro infantile, salario, orario di lavoro, discriminazione, regolarità del rapporto di lavoro, metodi disciplinari. Lo standard fissa dei parametri che sono da considerarsi obbligatori solo se la legislazione nazionale non ne fissa dei migliori. In questo caso valgono i secondi.
E’ considerato a livello internazionale lo standard di riferimento in materia di diritti dei lavoratori.
Le linee Guida OECD per le imprese multinazionali sono raccomandazioni rivolte dai Governi alle imprese multinazionali che operano nei paesi aderenti alla rete. Le aree coperte sono rapporto di lavoro e relazioni industriali, diritti umani, trasparenza, lotta alla corruzione, interesse del consumatore, sviluppo scientifico e tecnologico, competizione e tassazione.
Sedex è una organizzazione no profit che si pone l’obiettivo di promuovere il miglioramento nelle pratiche di responsabilità sociale in tutte le filiere a livello globale. Nasce per iniziativa di un gruppo di operatori al dettaglio in Gran Bretagna per risolvere il problema di molte aziende costrette a “subire” più volte lo stesso tipo di audit da parte di più clienti, e per rispondere alla necessità di creare filiere globali di fornitori affidabili anche sul piano della Responsabilità sociale. Sedex ha sviluppato un modello di audit basato su 4 pilastri (restringibile a due): Lavoro, salute e sicurezza, ambiente e correttezza negli affari. E’ applicabile ad aziende di ogni settore e dimensione, aziende agricole comprese; per questo motivo è un ottimo strumento per la gestione della filiera a livello globale.
Quale che sia lo standard prescelto comunque, quello che conta è darsi un programma di adesione graduale, economicamente sostenibile, armonicamente inserito e gestito insieme a tutti gli altri requisiti ed impegni presi dall’azienda. Tale programma deve essere perseguito con coerenza e comunicato in modo trasparente all’interno e all’esterno dell’organizzazione.
L’esperienza di questi anni con i nostri clienti ci insegna che l’adozione di questi schemi aumenta la conoscenza dei propri rischi, favorisce la comunicazione trasparente con le parti interessate, rafforza la reputazione, stimola la creatività nell’identificazione di opportunità e, in definitiva, contribuisce costruire il vantaggio competitivo e a rinforzare le condizioni per la sopravvivenza dell’organizzazione nel tempo.