L’etichettatura degli allergeni è oggetto di studio da parte della Food Standards Agency inglese (FSA) che ha pubblicato sul proprio sito web i risultati di un’indagine effettuata a livello nazionale sul contenuto di 4 tipologie di allergeni (latte, glutine, arachidi e nocciole) in prodotti alimentari preconfezionati che sono stati etichettati con frasi di avvertenza quali “può contenere ….” o “non adatto per una persona con allergia a …..”.
L’indagine ha coinvolto anche prodotti che non presentavano in etichetta tali avvertenze. In totale, nel corso dell’indagine sono stati campionati circa 1.100 prodotti, distinti in 12 diverse categorie; l’indagine è stata effettuata nel periodo luglio 2012 – marzo 2013 e le analisi sono state effettuate utilizzando test kit presenti in commercio e validati.
I risultati dell’indagine indicano che la contaminazione crociata per tutti e quattro le tipologie di allergeni è ben controllata dai produttori, con livelli inferiori a quelli riscontrati in altre indagini effettuate in Irlanda e Stati Uniti.
Ognuna delle 12 categorie oggetto di campionamento è stata costituita da prodotti con allergene non presente come ingrediente intenzionale (100 % dei campioni): all’interno di ogni categoria una metà dei prodotti presentava frasi di avvertenza relative agli allergeni ed una metà non presentava invece frasi di avvertenza.
Le percentuali di campioni con allergene rilevabile nella totalità delle 12 categorie analizzate sono state le seguenti:
Caratteristiche dei campioni | Glutine | Latte | Nocciole | Arachidi | |
Allergene non presente come ingrediente intenzionale nel prodotto | Campioni aventi o non aventi frasi avvertenza in etichetta | 6,1 % | 8,2 % | 2,9 % | 0,21 % |
Campioni non aventi frasi avvertenza in etichetta | 3,3 % | 2,1 % | 0 % | 0 % |
È risultato che sono utilizzate varie modalità di espressioni delle avvertenze: le maggiormente utilizzate sono “può contenere tracce” (38%) e “può contenere” (20,6%).
La Linea Guida della FSA raccomandano l’uso di “può contenere X” o “non adatto per una persona con allergia a X”. Queste due affermazioni sono state trovate sul 20,6% e il 7,2% (80/1106) dei prodotti, rispettivamente.
L’agenzia ha in ogni caso precisato che il limitato numero di campioni coinvolti nell’indagine fanno sì che la stessa non possa essere considerata rappresentativa dell’intero mercato al dettaglio del Regno Unito e che di conseguenza risulti difficile estrapolare questi risultati per il mercato al dettaglio del Regno Unito nel suo complesso.
Fonte: sito web Food Standard Agency – SURVEY OF ALLERGEN ADVISORY LABELLING AND ALLERGEN CONTENT OF UK RETAIL PRE-PACKED PROCESSED FOODS)