13/06/2017 – Alluminio e Parere CNSA n. 19/2017 – Esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare: elementi di valutazione del rischio e indicazioni per un uso corretto dei materiali a contatto con gli alimenti
La DGISAN tenuto conto dei risultati dello “Studio dell’esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare”, svolto dal Laboratorio nazionale di riferimento dei materiali a contatto con gli alimenti dell’ISS, ha chiesto al CNSA (Comitato nazionale per la sicurezza alimentare) di esprimere un parere circa la valutazione del rischio derivante dall’utilizzo di materiali a contatto alimentare costituiti da alluminio e sue leghe, per alcune categorie di persone particolarmente vulnerabili, ossia i bambini e gli anziani.
L’Alluminio è infatti uno dei metalli con riconosciuta potenziale pericolosità per la nostra salute, poiché interferisce con diversi processi biologici (stress ossidativo cellulare, metabolismo del calcio, etc.), potendo indurre effetti tossici in diversi organi e sistemi.
Il tessuto nervoso è il bersaglio più vulnerabile. Sulla base degli effetti neurotossici EFSA ha definito una dose settimanale tollerabile (TWI) pari a 1 mg/kg p.c./settimana. Attualmente il principale fattore direttamente prevenibile è la contaminazione del cibo per contatto, ad esempio, per fenomeni migrazionali da utensili per la cottura o imballaggi.
Per quanto generalmente modesta, la migrazione diventa particolarmente marcata quando i materiali a base di alluminio vengono in contatto con cibi acidi (ad es. contenenti acido citrico) o contenenti sale. Alcuni studi effettuati con alimenti avvolti in fogli di alluminio e sottoposti a differenti tipi di cottura (in forno e grigliati sulla carbonella) hanno dimostrato che l’elevata temperatura comporta l’aumento della concentrazione dell’alluminio nell’alimento.
Sarebbe pertanto utile fornire adeguate informazioni per controllare e ridurre l’esposizione alimentare ad alluminio dovuta alla produzione e preparazione degli alimenti in ambito sia domestico sia di impresa.
Fonte : Ministero della Salute del 31/05/2017 (sito: www.salute.gov.it)