Allerte alimentari ricorrenti: presenza di mercurio in pesci di grossa taglia
Nel corso dell’anno 2014 il Sistema di Allarme Rapido comunitario (RASFF – Rapid Alert System for Food and Feed) ha registrato il cospicuo numero di 62 notifiche – inviate dall’Italia – per pesci predatori di grossa taglia contenenti mercurio.
I paesi di provenienza del pescato sono diversi, ma con una netta predominanza della Spagna, seguita a ruota da Portogallo e Vietnam. Questo è un utile dato per gli operatori i quali, onde evitare di incorrere in lotti contaminati e nelle eventuali sanzioni e controlli, dovrebbero sottoporre i prodotti acquistati in tali paesi a piani di campionamento ed analisi decisamente più intensi dell’ordinario.
Pesce spada, tonno e verdesca, sono tra le principali specie coinvolte ed i valori riscontrati sono stati molto variabili (da 0,7-0,8 mg/kg a 4-5 mg/kg e oltre): esenti dal rischio sono invece i prodotti in scatola, solitamente derivanti da pesci di media taglia, meno esposti alle contaminazione. Deve essere inoltre evidenziato come il rischio derivante non sia quello di un’intossicazione immediata ed acuta, ma quello di un effetto cumulativo tossico, tipico dei metalli pesanti.
A seguito di una richiesta della Commissione europea, nel 2014 l’EFSA (European Food Safety Authority) ha rilasciato una Scientific Opinion volta a valutare i benefici ed i rischi associati al consumo di pesce ed alla potenziale presenza di mercurio. Il parere conclude che l’assunzione di 3-4 porzioni nei bambini e nelle donne in gravidanza può aiutare lo sviluppo, anche cognitivo, del bambino/feto. I benefici per gli adulti (2 porzioni consigliate), in prevalenza associati alla ricchezza di acidi grassi omega 3 del pescato, sono evidenti in particolare a livello cardiocircolatorio. L’opinion di EFSA, ha tenuto in conto anche l’esposizione media al mercurio presunta, derivante dal consumo di tali quantitativi di prodotti ittici.
Nessun allarmismo dunque, ma certamente l’elevato numero di notifiche rilevate dal RASFF non suggerisce di abusare di tali alimenti. Nonostante la presenza di un rischio sanitario concreto, tuttavia, colpisce la totale assenza di notizie sulla stampa generalista, spesso troppo lesta, al contrario, a fare proclami in occasione di problemi dal dubbio rischio sanitario (es. mozzarelle blu).
Sul punto, il Ministero della Salute ha consigliato tramite il proprio sito internet un consumo moderato di specie predatrici di grossa taglia (1 porzione a settimana di 100 g circa, 2 per il tonno), in particolare con riferimento a bambini e donne in stato di gravidanza, ed ha sottolineato come, pur essendo conscio del problema, una parte del picco di notifiche al RASFF sarebbe dovuto anche al maggiore controllo sul territorio esercitato dagli organismi competenti.
Avv. Cesare Varallo
Avvocato esperto in diritto alimentare e fondatore di www.foodlawlatest.com