07/03/2022 – Proposta di 0,5 mg di proteine/100 g di alimenti trasformati come soglia per la dichiarazione volontaria di tracce di allergeni alimentari negli alimenti trasformati.
Le reazioni allergiche agli alimenti sono una problematica sempre più presente nella popolazione mondiale e, in particolare, nelle popolazioni dei paesi industrializzati. Si stima che in questi paesi vi sia tra il 5% e il 10% della popolazione colpita da allergia alimentare.
La dichiarazione degli allergeni in etichetta, diventa un problema nel momento in cui la presenza in tracce non costituisca un vero e proprio problema per un consumatore allergico in quanto la traccia è tale da non stimolare una reazione avversa. Da un lato quindi si trovano alimenti etichettati con diciture come “può contenere …” che non vengono acquistati dai consumatori allergici lievi a tali allergeni, dall’altro resta la possibilità di trovare in commercio alimenti che presentano contaminazioni non indicate che portano a reazioni avverse nei consumatori allergici gravi.
Sarebbe utile, sia per i produttori che per i consumatori, vi fosse una soglia oltre la quale l’allergene dovesse essere dichiarato in etichetta. Ad oggi nell’UE tali limiti non sono fissati (a parte per il glutine e i solfiti). Un tentativo in tale senso è stato compiuto in Australia e Nuova Zelanda (e anche alcuni retail del nord Europa) attraverso il programma VITAL® (Voluntary Incidental Trace Allergen Labelling), strumento nato dall’incontro tra i principali produttori australiani e l’Australian Food and Grocery Council (AFGC). Attraverso questo programma, e la sua banca dati, imputando i quantitativi di allergeni residui prevedibili, il programma indicherà se si dovrà indicare in etichetta o meno la possibile cross contamination. Secondo questo programma, la possibilità che un soggetto allergico manifesti una reazione allergica ad un prodotto, che non presenta alcuna dichiarazione in etichetta, è pari all’1%. Le obiezioni sollevate rispetto a tale programma sono relative alla banca dati impiegata, in quanto questa non sarebbe completa non prendendo in considerazione alcune tipologie di studi.
E’ stato proposto uno studio nella rivista Allergy dell’European Journal of Allergy and Clinical Immunology, che solleva la problematica della dichiarazione degli allergeni nei prodotti alimentari, e cerca di definire un limite soglia che l’OSA possa usare come riferimento per l’indicazione in etichetta di possibili tracce di allergene.
Lo studio pubblicato parte dal principio che ogni persona allergica presenta una soglia alla quale si manifesta la reazione allergica, tale soglia è diversa da soggetto a soggetto. Pur non essendo diffusa la conoscenza della propria soglia di reazione allergica, vi possono essere esperienze precedenti che aiutano a stabilire la propria soglia. Sulla base di questo ragionamento, lo studio vorrebbe definire una quantità di allergene oltre la quale si dovrebbe indicare in etichetta la possibile cross contamination.
La soglia che è stata considerata è pari a 0,5 mg di proteine per 100 g di alimento. Partendo da questa, sono stati riesaminati 3.289 riferimenti bibliografici ottenuti da alcune banche date internazionali. Di questi studi ne sono stati evidenziati 90 che avevano indotto una reazione su paziente e 88 che sono stati classificati come casi studio.
Quanto emerso è stato: Non sono state riportate reazioni fatali al di sotto di 5 mg di esposizione alle proteine in pazienti allergici agli alimenti. La soglia di elicitazione individuale varia considerevolmente tra i pazienti, ma la stragrande maggioranza dei pazienti non reagisce a livelli inferiori a 5 mg di proteine. Per questi pazienti sarebbe utile sapere che la contaminazione con allergeni negli alimenti trasformati non supera questo livello. Osservando un ulteriore margine di sicurezza, si propone quindi di non superare i 5 mg/kg di allergene contaminante negli alimenti trasformati, riconoscendo che la porzione abituale è di gran lunga inferiore a 1 kg.
Secondo gli autori quindi si potrebbe fornire, nel packaging del prodotto alimentare, la seguente indicazione: “questo prodotto contiene gli allergeni citati nell’elenco degli ingredienti, può contenere tracce di altri contaminanti (da nominare, ad esempio: noci) a concentrazioni inferiori a 0,5 mg per 100 g di prodotto“.
Quanto sopra è da considerare come una prima proposta che dovrà essere ulteriormente approfondita e vagliata soprattutto per ricercare una soglia che sia sicura rispetto la reazione avversa fatale e che permetta di gestire le dichiarazioni in etichetta per i consumatori con allergia lieve.
Al seguente link è disponibile l’intero articolo che riporta anche i dati estratti dalla bibliografia e il loro riesame: Proposta di 0,5 mg di proteine/100 g di alimenti trasformati come soglia per la dichiarazione volontaria di tracce di allergeni alimentari negli alimenti trasformati