09/11/2021 – Contraffazione dei prodotti made in Italy
In occasione della sesta edizione della Settimana dell’anticontraffazione, si è svolta al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) la riunione di insediamento del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding (Cnalcis), che ha l’obiettivo di promuovere e coordinare le azioni a tutela del made in Italy.
Tra i settori oggetto di contraffazione vi è il settore Agroalimentare che, da una recente ricerca condotta da Coldiretti, ha superato il valore di 100 miliardi di euro, il doppio delle esportazione di alimenti italiani nel mondo.
Nel corso della riunione, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di 12 ministeri coinvolti, ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), forze dell’ordine e associazioni di imprese, è stata approvata un’agenda di attività per il prossimo biennio, in cui sono stati identificati alcuni settori su cui intervenire prioritariamente: la tutela della salute, il commercio online, il tessile-moda e l’agroalimentare.
Negli stessi giorni Coldiretti, a Tuttofood, ha presentato i risultati di una ricerca che ha stilato la classifica dei prodotti italiani più imitati al mondo.
La Top Ten dei cibi Made in Italy più oggetto di contraffazione secondo Coldiretti vede:
- Mozzarella (anche con storpiature come Zottarella);
- Parmigiano Reggiano e Grana Padano (imitazioni da Parmesan a Grana Pompeana, da Parmesao a Reggianito e molto altro in tutti i continenti);
- Provolone (copie prodotte in tutte le Americhe, da Nord a Sud);
- Pecorino Romano (imitazioni vendute come Romano ottenuto con latte di mucca e non di pecora);
- Salame (prodotto anche con indicazioni geografiche false come Calabrese, Toscano, Milano, Genova, Veneto, Firenze, Napoli);
- Mortadella (imitazioni anche con storpiature come Mortadela, indicazioni geografiche false come siciliana o con carne diversa da quella di suino);
- Sughi (realizzati con contenuti e ricette anche stravaganti che richiamano impropriamente all’Italia e indicazioni geografiche false come bolognese);
- Prosecco (con storpiature del nome come Prosek, il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco);
- Chianti (con imitazioni in bottiglia ma con in wine kit per preparazione casalinga con polveri e alambicchi);
- Pesto (imitazioni del Pesto alla genovese, che si possono trovare in Europa quanto negli Stati Uniti con lo Spicy Thai Pesto, e persino in Sudafrica dove c’è il Basil Pesto).
“Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore se dagli accordi venisse un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “a far esplodere il falso è stata paradossalmente la “fame” di Italia all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost”.
Il Cnalcis sarà il luogo dove verranno condivise e adottate azioni di intervento efficaci e innovative mirate a rafforzare gli strumenti a disposizione sia dei cittadini per proteggersi dalla diffusione di prodotti falsi nel commercio, sia delle imprese per proteggersi dalle violazioni dei diritti di proprietà industriale.
I rappresentanti di questo organismo interministeriale impegneranno le Amministrazioni a lavorare per l’attuazione delle iniziative finalizzate a rafforzare il quadro normativo, le attività di informazione, prevenzione e contrasto al fenomeno della contraffazione e dell’italian sounding, promuovendo anche collaborazioni con Paesi extraeuropei e le piattaforme online.
Ai seguenti link si possono trovare gli articoli relativi al Cnalcis e alla ricerca Coldiretti:
– Lotta a contraffazione e tutela del made in Italy, insediato il Cnalcis
– Tuttofood: dalla Zottarella alla Mortadela la top ten dei tarocchi