20/07/2021 –
Parere CNSA – Micotossine non regolamentate: Aflatossina M1, Aflatossicolo, Sterigmatocina in prodotti lattiero-caseari.
Il CNSA (Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare) ha pubblicato in data 24 febbraio 2021 un parere sul tema: “Micotossine non regolamentate: Metaboliti dell’aflatossina B1 (aflatossina M1 e aflatossicolo) e sterigmatocistina in prodotti lattiero-caseari”. Il parere è stato elaborato in collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Riferimento per le Micotossine.
Il parere nasce dalla considerazione che i cambiamenti climatici in atto possono portare ad un incremento della contaminazione delle filiere alimentari da funghi micotossigeni, tra cui i funghi produttori di aflatossine inclusa la aflatossina B1 (AFB1). In particolare, maggiori livelli di aflatossina B1 potranno causare un incremento di aflatossina M1 ed aflatossicolo, suoi metaboliti, nel latte. Per quanto manchino studi ad hoc, è del tutto plausibile che analoghe considerazioni valgano per la sterigmatocistina, in quanto può essere prodotta dai medesimi ceppi fungini su analoghi substrati.
L’aflatossina B1 (AFB1) e la sterigmatocistina (STC) sono prodotte dal fungo Aspergillus sp e la loro presenza negli alimenti è il risultato della contaminazione fungina, soprattutto nei cereali. L’AFB1, una volta ingerita, viene metabolizzata prevalentemente nel fegato; aflatossina M1 (AFM1) e aflatossicolo (AFL) sono i suoi principali metaboliti.
La sterigmatocistina (STC), prodotta in oltre 55 generi di funghi, è strutturalmente simile alla AFB1 e alcuni autori la considerano un suo precursore, diretto o indiretto.
Prendiamo in esame brevemente le diverse micotossine considerate nel parere CNSA:
Aflatossina M1 (AFM1): Il latte è una delle principali vie di escrezione di Aflatossina M1, essa ha una alta capacità di legarsi alle proteine del latte, coinvolgendo di conseguenza anche i prodotti lattiero-caseari. Da studi condotti tra il 2013 e 2018 è emerso che i valori medi di AFM1 sono almeno 3,6 volte inferiori al limite indicato nel Reg. 1881/2006. Mentre questi dati mostrano che in Italia vi è un buon controllo di filiera, la capacità della AFM1 di concentrarsi significativamente nei formaggi rispetto al latte di partenza è reale e indica la necessità di continuare a tenere alta la guardia.
Aflatossicolo (AFL): L’aflatossicolo è un metabolita idrossilato di AFB1 e presenta una potenza genotossica di circa il 70% rispetto a AFB1. Secondo la valutazione di EFSA (2020), la scala della potenza genotossica delle aflatossine, basata su cellule epatiche umane, indica che AFL ha una potenza inferiore a AFB1 ma superiore a AFM1. È plausibile che AFL sia genotossico e cancerogeno in vivo, anche se mancano studi specifici in tal senso. Altri effetti tossici dovuti a AFL appaiano analoghi a quelli della AFB1 e riguardano immunodepressione, epatotossicità, cirrosi, epatiti, effetti teratogeni e aborto. Nel latte e nel formaggio, AFL si lega alle proteine in particolare alla caseina e non è dipendente dalla concentrazione del grasso.
Sterigmatocistina (STC): In termini di potenza di dose, l’epatotossicità è stimata 1/10 di quella dell’AFB1. La STC è un composto genotossico, in grado di indurre danni cromosomici; inoltre, la STC mostra una spiccata citotossicità in cellule di diversa origine con induzione dell’apoptosi. In accordo con gli effetti osservati in vitro, STC è riconosciuta come un cancerogeno in vivo in diverse specie animali ed un possibile agente cancerogeno per gli esseri umani, classificato come appartenente al gruppo 2B, dalla “International Agency for Research on Cancer” (IARC). EFSA considera che l’effetto cancerogeno in vivo della STC abbia una potenza di circa tre ordini di grandezza inferiore rispetto a AFB1. Sebbene i funghi produttori di STC siano ampiamente diffusi in natura, pochi sono i lavori che riportano contaminazioni legate alla presenza di questa micotossina in latte e derivati. La maggior parte riportano dati su cereali, avena, mais, riso e soia e in misura minore nel formaggio, mentre non si hanno dati sulla contaminazione ambientale.
Il parere del CNSA prosegue con la valutazione del rischio di esposizione alle diverse micotossine, giungendo alle seguenti conclusioni:
- i numerosi dati relativi all’aflatossina M1 non indicano un reale pericolo per i consumatori di latte, anche se si deve considerare la popolazione più esposta quali i bambini tra 1 e 10 anni di vita in quanto sono i maggiori consumatori di latte. Per quanto riguarda i formaggi, non vi sono molti dati in merito alla contaminazione da aflatossina M1 pertanto il CNSA raccomanda la raccolta di ulteriori dati relativi alla possibile contaminazione delle filiere casearie.
Per quanto riguarda l’aflatossicolo, i pochi dati disponibili convergono nel dimostrare la sua presenza nel latte e nei formaggi. La tossicità, il potenziale genotossico e la possibilità di riconversione di aflatossicolo in aflatossina B1 nell’organismo rendono necessari studi sulla presenza di aflatossicolo negli alimenti e sull’esposizione del consumatore, anche attraverso studi di biomonitoraggio.
Le conoscenze attuali sulla sterigmatocistina in latte e derivati non sono sufficienti per una valutazione del rischio. Sulla base dei dati disponibili, si può ritenere che i formaggi rappresentino il prodotto della filiera lattiero-casearia più vulnerabile alla sterigmatocistina ed è plausibile che ciò avvenga principalmente per contaminazione diretta dei prodotti durante la maturazione. In considerazione della rilevanza del latte e dei prodotti lattiero caseari nella dieta, la Sezione sicurezza alimentare rileva la necessità di ulteriori studi:
- per la determinazione dei livelli di aflatossicolo e aflatossina M1 in latte e prodotti lattiero-caseari italiani – comprese le filiere del latte ovino, caprino e bufalino – al fine di disporre di elementi utili per una più accurata valutazione dell’esposizione attraverso il consumo di questi alimenti;
- per la valutazione della contaminazione da sterigmatocistina in diversi tipi di formaggi, soprattutto stagionati e sottoposti a condizioni di maturazione particolari, al fine di disporre di dati significativi per la valutazione della possibile esposizione attraverso la dieta;
- per la valutazione della possibile contaminazione del latte da sterigmatocistina a partire dai mangimi, anche al fine di identificare le migliori strategie di prevenzione.
In attesa delle risultanze dei citati studi scientifici, la Sezione raccomanda di porre particolare attenzione alle attività di prevenzione delle contaminazioni fungine di alimenti per l’uomo e per gli animali.
Fonte: il parere CNSA – Micotossine non regolamentate: Aflatossina M1, Aflatossicolo, Sterigmatocina in prodotti lattiero-caseari è presente in forma integrale al seguente link.