02/04/2016 – Le Aflatossine sono un pericolo con significative ricadute sulle attività del settore lattiero caseario. Nel mese di marzo i Servizi Veterinari della Lombardia hanno comunicato quali procedure straordinarie devono essere implementate ed adottate per fronteggiare il rischio Aflatossine attraverso il documento “Procedure operative straordinarie per la prevenzione e la gestione del rischio contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero-casearia e nella produzione del mais destinato all’alimentazione umana e animale a seguito di condizioni climatiche estreme anno 2015/2016”.
Attualmente il limite massimo per l’Aflatossina M1 nel latte, fissato dalla normativa europea, è pari a 0,050 μg/kg superato il quale non è possibile l’ammissibilità al consumo umano né la commerciabilità del latte.
Il documento è rivolto ad aziende di produzione latte, centri di raccolta latte, stabilimenti di trattamento termico e di trasformazione e riporta misure di carattere straordinario che dunque hanno priorità su ogni altro intervento già programmato.
Le procedure operative straordinarie pertanto, in considerazione della alta tossicità dell’Aflatossina M1 stabiliscono, per il latte, un livello di attenzione di 0,040 μg/kg al fine di consentire interventi efficaci prima che il latte rappresenti un rischio per la salute del consumatore.
Il documento indica anche che ai fini della ricerca di aflatossina M1 nel latte, per i controlli aggiuntivi previsti e in affiancamento ai regolari controlli definiti dai piani HACCP sia delle aziende di produzione che degli impianti di trasformazione, è consentito l’utilizzo di test rapidi immunoenzimatici come test di screening.
Fino al 31 luglio 2016 tutti i campioni di latte prelevati dalle ATS ai sensi del Piano di controllo agenti mastidogeni dovranno essere analizzati, con metodo di screening, anche per la ricerca di Aflatossina M1, quindi deve essere previsto un campione aggiuntivo ai due normalmente previsti.